Barack Obama ha insistito così tanto per mettere d'accordo l'Iran con la comunità internazionale che alla fine è riuscito davvero a strappare una sorta di compromesso fra gli ayatollah di Teheran e i negoziatori del famoso sestetto 5+1. Obama ci teneva moltissimo ed è apparso a tutti evidente, l'Europa si è accodata e naturalmente per la Russia non è stato difficile stringere un accordo con un regime amico qual'è la teocrazia iraniana. Ma ciò che è stato stipulato, peraltro non ancora in maniera totalmente definitiva, corrisponde ad un accordo buono o cattivo? Obama ne è entusiasta e l'Alto rappresentante della politica estera UE, Federica Mogherini, ha twittato: Good news! Se i fatti ci smentiranno ne saremo lieti, ma al momento, al contrario della Mogherini, conosciuta anche come Moncherini, preferiamo scrivere o magari twittare: Bad news! Intanto, un nemico storico dell'Occidente come il regime teocratico degli ayatollah è stato riabilitato e riammesso nella comunità internazionale ancor prima di avere dimostrato al mondo la propria buonafede. Per ora, l'effetto prodotto è questo, piaccia o meno. Mentre Israele, affidabile amico degli USA, viene allontanato dall'America. Certo, per fortuna, gli Stati Uniti non sono solo, per così dire, Barack Obama ed infatti il Congresso a maggioranza repubblicana condivide le preoccupazioni di Netanyahu. Tutti i repubblicani e pure non pochi democratici giudicano assai negativamente le ultime mosse della Casa Bianca che di fatto legittimano i nemici ed allontanano gli amici. Ma senza dubbio una certa ferita è stata inferta e il prossimo Presidente dovrà lavorare molto per rimediare ad alcuni errori macroscopici commessi dall'attuale Amministrazione. Israele non è il solo ad essere arrabbiato e deluso. Anche l'Egitto e le monarchie sunnite del Golfo, a partire dall'Arabia Saudita, tradizionalmente abbastanza leali con l'Occidente, non hanno per nulla gradito l'accordo Iran-5+1. Non solo, sono talmente furibondi da quelle parti da aver già pensato di costituire un sistema di difesa comune, una sorta di NATO sunnita, diminuendo così l'influenza americana in Medio Oriente. Il patto siglato a Losanna prevede che due terzi delle centrifughe iraniane vengano smantellati, tuttavia l'impianto di Natanz proseguirà come prima e in fondo l'Iran rimane un Paese ancora capace di produrre energia nucleare e francamente, non vi è la certezza assoluta che ciò che sarà prodotto da Teheran, verrà usato solo per scopi pacifici e non già per costruire bombe. Obama pare sicuro di sé e non si capisce se la sua sia ingenuità o malafede. Sempre il Presidente americano sostiene che l'applicazione concreta del piano stilato in Svizzera sarà vagliata con un'attenzione quasi maniacale e che l'Iran sarà il Paese più controllato al mondo. Speriamo, per la stabilità e la sicurezza di tutti noi, che Obama abbia ragione visto che finora proprio il regime degli ayatollah ed altre dittature simili hanno sempre bluffato e mai hanno concesso seri controlli nei loro territori. L'effetto immediato degli accordi di Losanna, come abbiamo detto, non è dei migliori, (solo gli ayatollah festeggiano), ma speriamo di sbagliarci. Una cosa è però sicura: non si può pensare di combattere l'ISIS facendo affidamento sugli iraniani. L'ISIS deve essere fermato con ogni mezzo e, certo, gli assassini dello Stato islamico sono sunniti mentre la teocrazia iraniana è sciita, ma entrambi odiano gli USA e l'Occidente democratico e sempre entrambi, in eguale misura, sognano la distruzione di Israele, quindi sono due facce della stessa medaglia. Se anche l'Iran combatte l'ISIS, ciò non significa però che le palandrane iraniane diventino automaticamente amiche delle democrazie. Se Obama pensa davvero di fare dell'Iran un amico, si sbaglia di grosso e rischia di combinare l'ennesimo pasticcio, forse il più grave, dopo la gestione vigliacca delle Primavere arabe.